Una
delle probabili “facce nuove” del centro-destra, alle prossime elezioni
politiche: "il duca-conte" Fulvio Moneta Caglio dei Suvich di Bribir, classe 1965, sposato con
due figli, doppia laurea in economia commercio e giurisprudenza, avvocato e commercialista (revisore dei conti),
autentico aristocratico e Cavaliere di Malta, storico dirigente della destra
italiana (MSI, AN, PDL) e consigliere di zona del comune di Milano, già
direttore della Fondazione per il cinema della regione Lombardia, oggi
segretario milanese della gloriosa Associazione Nazionale Venezia Giulia e
Dalmazia.
RISPOSTA: gli scopi originali non sono mutati semmai se ne sono
aggiunti dei nuovi. Quelle terre erano italiane per cultura, storia,
tradizione. Sin dal tempo dell’antica Roma e attraverso il dominio di Venezia
la Venezia Giulia e la Dalmazia hanno rappresentato e rappresentano un pezzo di
Italia. Quindi innanzitutto mantenere e trasmettere il ricordo di quelle terre
attraverso manifestazioni pubblicazioni, seminari e quanto altro possa servire.
Adesso a tanti anni dall’esodo l’associazione deve allargarsi a chi, per
vicende familiari, non ne è stato direttamente partecipe e diventare patrimonio
nazionale. Ma non solo ricordi e mantenimento della tradizione, dobbiamo essere
protagonisti, attraverso le istituzioni, di un’opera di presenza in quei
territori che non devono essere più considerati come “stranieri” ma integrati
in un’Europa che fa delle sue radici il punto di forza della sua unità. Infine
non devono essere dimenticati i diritti degli esuli e dei loro discendenti.
Eque compensazioni, come è avvenuto in quasi tutti i Paesi ex comunisti, vanno
garantiti. Su questo nessun cedimento il diritto di essere europei presuppone
che la giustizia valga innanzitutto per chi è stato ingiustamente perseguitato
e spogliato di tutti i suoi beni .
DOMANDA:
lei è uomo di profonda cultura, proveniente da una antica famiglia
aristocratica longobarda, cosa ne pensa di questa Europa?
RISPOSTA: non è l’Europa che volevamo. E’ stata costruita
un’Europa di mercanti con l’illusione che l’economia avrebbe trainato la
politica. Non funziona così. L’Europa nasce dalla fusione del pensiero
greco-romano con le migrazioni dei popoli barbari. Quindi la razionalità e il
pensiero unite alla passione e all’ardore. Roma ha conquistato l’Europa
attraverso la civiltà assimilando senza opprimere. Portando strade acquedotti,
terme ma anche il diritto e l’orgoglio di appartenenza. Molte guerre sono state
combattute non contro Roma ma per essere cittadini di Roma. Questa premessa per
dire che l’Europa deve innanzitutto partire dalle sue ragioni culturali. E’
ridicolo, per esempio, pensare che un Paese come la Grecia, per motivi
economici, possa uscire dall’Europa. E’ grazie al pensiero filosofico greco
alle sue istituzioni e alle guerre che ha combattuto contro l’assolutismo
persiano che oggi possiamo parlare di Europa come qualcosa “a sé”. L’Europa
deve contare di più, parlare con una sola voce. Qualsiasi nazione deve essere
parte integrante e non essere lasciata indietro. Non più la supremazia di
alcuni, come la Germania, perché è dalle diversità e dalle tradizioni comuni
che l’Europa si è forgiata nei secoli.
DOMANDA: quale è il
suo giudizio, di simpatizzante di destra, già dirigente di AN e consigliere a
Milano, sulla situazione politica italiana?
RISPOSTA: la politica attualmente non esiste più è stata
“commissariata” perché non ha avuto il
coraggio di osare. Non si può vivere alla giornata. Avevamo bisogno di riforme,
di un nuovo patto Stato-cittadino. Di ridare fiducia nelle istituzioni. Di
rendere il cittadino di nuovo fiero di essere italiano. Abbiamo preferito
sopravvivere questo ha portato alla disaffezione alla sensazione che da questo
Stato non ci si possa aspettare nulla e che di conseguenza sia legittimo
truffarlo tanto così “fan tutti”. Dobbiamo ripartire da capo con regole chiare,
con il rispetto degli impegni, con la certezza che chi sbaglia paga ma chi si
comporta bene sarà premiato. Solo così potremo rialzare la testa e riprendere
il posto che ci spetta. Io sono convinto che l’italiano sia pronto non deve
più, però, avere cattivi esempi ma modelli a cui conformarsi e da seguire.
DOMANDA: in molti, singoli ed associazioni, da tempo, la
invitano a candidarsi alle prossime elezioni politiche del 2013: cosa risponde
loro?
RISPOSTA: la mia famiglia ha sempre servito l’Italia in
politica nel lavoro sotto le armi. Qualsiasi cosa io possa fare per la mia
Patria lo considero un onore.
DOMANDA:
lei è appassionato ed esperto di cinema: quali film ci consiglia di andare a
vedere al cinema? E Lei, quale ha visto l'ultima volta?
RISPOSTA: è vero ho avuto anche incarichi prestigiosi in quel
campo. Devo però ammettere che la maggior parte dei film cosiddetti “culturali”
mi annoiano. Amo l’azione, i film che trasmettono passione. Andrò a vedere
sicuramente il cavaliere oscuro il ritorno. E nel mio Pantheon metto i film più
disparati dal gladiatore, alle relazioni pericolose da invito a cena con
delitto alla carica dei 600. L’ultimo film visto, che consiglio, è il
dittatore.
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